Il motocross è uno sport duro, per uomini veri. I piloti sono atleti estremamente dediti alla preparazione fisica e all’allenamento, tanto da non potersi permettere distrazione alcuna se intendono arrivare a vincere titoli importanti. Questa è la visione del tifoso medio di questo sport riguardo ai piloti. Ma è veramente così?
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Nei forum del settore sempre più spesso si vede criticare i piloti “Youtuber” emergenti. La causa di questi rimproveri è da attribuirsi alla presunta deconcentrazione provocata dall’attività di “influencer” su Youtube che ipoteticamente va ad intaccare il rigore dell’atleta. Spesso però le osservazioni si fermano alle mere apparenze, senza realmente puntare a comprendere le ragioni che spingono un pilota ad affrontare questo tipo di percorso.
In questo
periodo (già da qualche anno in realtà) si è vista l’esplosione di nuovi canali
Youtube dedicati al motorsport, ad esempio in categorie quali auto GT e moto
velocità, ed è innegabile l’impatto che tale copertura mediatica ha fornito a
queste specialità con conseguente crescita esponenziale di pubblico e
praticanti. Quindi tentando di compiere
un discorso generale, non prettamente focalizzato sul pilota, è ragionevole
pensare che l’avvento di nuovi piloti/Youtuber possa generare lo stesso effetto
avuto negli altri ambiti del motorsport precedentemente citati. Potenzialmente, Youtube potrebbe essere proprio il mezzo per avvicinare migliaia di nuovi
tifosi al nostro sport, che per ora è solo una nicchia e, a mio avviso, spesso non compreso dalla massa. Ritengo che il nostro sport abbia bisogno di nuovi tifosi,
per ampliare tutto l’indotto e, si sa, maggiore è il numero di gente coinvolta
e più volentieri le aziende si offrono come sponsor. Nessuno vorrebbe
sponsorizzare una gara di campionato regionale con 30 persone a costituire il
pubblico. D’altra parte, competizioni amatoriali che attirano centinaia di
persone (e le gare di cross amatoriale potrebbero diventarle con la diffusione
su Youtube) risultano interessanti anche per piccole aziende del territorio.
Inoltre la copertura mediatica fornita dai piloti/youtuber potrebbe allargare
il bacino di pubblico dalle suddette centinaia a svariate migliaia di persone.
Sarebbe un bel avanzamento per il nostro sport, dalle categorie mondiali e
professionistiche, alle categorie regionali amatoriali.
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